Il Milite Ignoto
La ricerca delle Salme
Il primo Soldato
Ufficialmente la commissione iniziò i lavori il 3 ottobre 1921. Primo luogo prescelto fu nei pressi di Rovereto, teatro di aspri combattimenti; il corpo fu scelto fra gli ignoti di un cimitero militare in quanto non fu possibile trovarne nei campi di battaglia, di seguito fu trasportato a Trento passando fra ali di gente che volevano tributargli un ultimo saluto.
Il secondo Soldato
Il secondo corpo fu cercato sul Pasubio, zona Palon, luogo di una formidabile guerra di mine che portò alla sepoltura di molti combattenti, ma anche questa volta non fu possibile ritrovare un corpo sul campo e si procedette con l’esumazione di una delle salme del cimitero realizzato dai fanti della Brigata Liguria. La salma fu condotta poi a Bassano.
Il terzo Soldato
Da qui la commissione si recò sull’Altopiano di Asiago, monte Ortigara. Qui furono scovate alcune sepolture, nel primo caso sulla piastrina erano visibili alcune lettere, quindi il corpo non era idoneo, nel secondo si trattava di un milite austriaco, ma verso fine giornata fu avvistato un groviglio di filo spinato in prossimità di un crepaccio, sotto ad esso furono esumate ben due salme irriconoscibili. Una fu scelta per essere inviata a Bassano. Al passaggio per Gallio la popolazione protestò inizialmente, poiché si riteneva che la salma dovesse rimanere in Altopiano, dato che l’esercito aveva combattuto per difendere quel luogo. Furono spiegate le intenzioni e lo scopo della traslazione, quindi il feretro fu trasportato a Bassano.
Il quarto Soldato
La quarta salma fu cercata sul Monte Grappa. All’epoca non esisteva ancora l’attuale sacrario, ma erano presenti diversi cimiteri di guerra. La commissione volle prima tentare la ricerca sui luoghi di combattimento.
Il ten. Tognasso riferisce che dopo lunghe ricerche venne rinvenuta in una valletta una croce, sotto la quale giaceva la salma di un caduto privo di elementi di riconoscimento; aggiunse che “..la cassa con i resti fu caricata su un mulo a causa delle asperità del terreno…”
Le quattro salme recuperate furono raggruppate a Bassano del Grappa, dove furono dedicate cerimonie religiose ed al passaggio per viale Venezia, la popolazione tributò un sentito e commosso omaggio.
Il quinto Soldato
Il quinto caduto fu cercato nella zona del Montello, fra Bassano e Treviso, dove avvennero combattimenti molto violenti. In questa zona trovò la morte anche il magg. F. Baracca, asso dell’aviazione italiana.
La commissione cercò inutilmente di trovare una sepoltura precedentemente sfuggita.
Così fu scelto un ignoto sepolto nel cimitero di quota 176 di Collesel delle Zorle, dove oggi si trova il Sacrario del Montello. I resti ricomposti furono avviati assieme agli altri quattro feretri a Conegliano.
Il sesto Soldato
Anche la Marina Militare aveva subito molte perdite di vite umane.
La commissione si spostò quindi nel basso Piave, tra San Donà e Cortellazzo. Lì combatté il reggimento di Fanteria Marina San Marco. Anche in questo caso si dovette ricorrere all’esumazione di un ignoto in un cimitero di guerra nelle vicinanze, il cimitero militare di Cà Gamba, situato lungo la strada che da Cavazzuccherina (oggi Jesolo) giunge al mare. Oggi il cimitero non esiste. Anche questa salma venne trasferita a Conegliano. Va ricordato che presso la caserma E. Matter sede del reggimento lagunari “Serenissima” è custodita una delle bandiere tricolori che ha ricoperto una delle 11 bare riunite ad Aquileia.
Il settimo Soldato
Mentre i sei feretri venivano trasferiti da Conegliano a Udine, la commissione si spostava nel Cadore. Scrive il ten. Tognasso che
”.. le Tofane, le cime del Falzarego furono tutte esplorate invano poichè tutte le salme erano già state raccolte in piccoli cimiteri fra l’ombre di abeti […] chiamato a raccolta dalle campane della cattedrale un foltissimo stuolo di popolani si assiepò a Cortina per salutare il simbolo”.
È probabile che la settima salma sia stata esumata dal cimitero militare di monte Crepa, lungo la rotabile che da Cortina sale al passo Falzarego. Oggi nello stesso luogo sorge il maestoso sacrario militare di Pocol, costruito nel 1935. Anche per questo caduto, il trasferimento a Udine avvenne tra ali di folla che rendevano omaggio.
L’ottavo Soldato
Alle prime luci del 20 ottobre, la commissione partì per l’Alto Isonzo dirigendosi verso il monte Rombon. Il ten. Tognasso narra che le ricerche durarono diverse ore, finché dietro una parete rocciosa venne rinvenuta una anonima croce di legno, ormai corrosa dal tempo. Si iniziarono gli scavi e furono trovati dei resti. Dopo la benedizione di don Nani, la bara venne allestita ed inviata a Gorizia.
Il nono Soldato
La commissione si recò sul monte San Michele, poco a est della città di Gorizia; qui avevano operato i “reparti arditi”. Ampliò poi la zona di ricerca, finché nell’altura denominata San Marco fu trovata un’anonima sepoltura segnata da una grezza croce di legno.
Riferisce il ten. Tognasso che quel tratto di terra, nonostante l’avanzata stagione autunnale, era ancora verde, segno che i corpi decomposti dei caduti avevano saturato di humus il terreno. Apparvero i resti di un soldato che impugnava ancora il suo moschetto. Sistemati i resti in una bara e coperta la stessa con un tricolore, la salma venne inviata alla chiesa di sant’Ignazio a Gorizia, dove proseguiva il pellegrinaggio della popolazione in omaggio agli altri otto caduti.
Il decimo Soldato
Le ricerche si spostarono nella zona di Castagnevizza del Carso, nei pressi di un monumento ossario. Questa località segnava il punto di massima penetrazione italiana verso Oriente. Oggi il monumento ossario non esiste più e il paese si chiama Kostanjevica, in territorio sloveno.
Sotto una piramide tronca realizzata con semplici pietre, fu trovata una sepoltura di un caduto italiano.
Ricomposti i resti in un lenzuolo, il maggiore medico N. Fabrizzi si accorse che due arti erano dimensionalmente diversi. Smuovendo la terra, venne alla luce un secondo corpo. La commissione decise di scegliere tra le due quella che “più era stata martoriata dalle ferite”. Si scelse quindi quella che presentava le gambe spezzate ed un largo squarcio sul capo oltre che ferite di minore entità al torace. Molto probabilmente fu vittima dell’esplosione ravvicinata di una granata. Dopo la benedizione di rito, tra la commozione generale la cassa venne avviata verso Gorizia
L’undicesimo Soldato
Per l’ultima esumazione, si decise di eseguire la ricerca nei pressi di Fonti del Timavo, luogo in cui nel 1917 era morto, il magg. G. Randaccio, amico fraterno del poeta G. D’Annunzio. Nel punto in cui fu colpito il magg. Randaccio, su un costone di roccia furono posti due lupi ululanti, simbolo della brigata Toscana, che da allora assunse la denominazione di “Lupi di Toscana”.
Al magg. Randaccio è dedicata l’undicesima delle 52 gallerie del monte Pasubio.
Scrisse il ten. Tognasso che nella giornata fredda e piovigginosa, fu individuato l’orlo di un elmetto parzialmente ricoperto. Ci si accorse poi di aver trovato una fossa comune contenente una decina di cadaveri. Purtroppo la numerosità delle ossa rendevano impossibile la ricostruzione di un completo cadavere, quindi furono riprese le ricerche. Fu rinvenuta lì vicino una croce che segnava e custodiva l’ultima delle salme. Era il 24 Ottobre 1921.